L'ansia è un sentimento naturale e per certi versi positivo, quando eccede e risulta difficilmente controllabile allora è necessario l'intervento dello psicologo psicoterapeuta.
Cos’è l’ansia?
L’ansia è un’emozione di base fondamentale con una valenza sostanzialmente adattiva. In senso generale, si prova ansia ogni volta che si ha la sensazione o la percezione di un pericolo che potrebbe ostacolare il raggiungimento di un proprio obiettivo o quando la propria immagine sociale in un ottica prestazionale può essere messa in discussione. Ciò determina un aumento dell’attenzione esterna - verso la potenziale minaccia - e interna di tipo auto valutativo: sarò in grado di affrontare questa situazione? Ho gli strumenti per farlo? Come e cosa devo fare?
Il carattere ansioso e l’ansia derivante da stress e fattori esterni
Da un punto di vista teorico-clinico si riconosco l’ansia come tratto e l’ansia come stato. L'ansia come tratto, indica una tendenza caratteriale al comportamento ansioso, la situazione di persone si hanno una tendenza naturale e una maggiore sensibilità ad essere apprensive e preoccupate. L’ansia come stato denota uno stato acquisito completamente diverso da quello caratteriale, ovvero un'ansia derivata da accumuli di stress o altri fattori che possono provocarla. Le classiche teorie vedono l’ansia come fattore scatenato spesso da shock adolescenziali o comunque da ricercarsi nei primi anni dello sviluppo, che rimanendo nascosti agiscono in sordina fino a quando l’individuo non riesce ad affrontarli e a eliminarli. Squilibri chimici dovuti a cattiva l’alimentazione e a cattive abitudini quotidiane sono un’altra direzione di teorie.
L’ansia come emozione positiva
L’ansia è un’emozione fondamentale e del tutto spontanea dell’essere umano e come tutte le emozioni, non ha nulla di negativo. È un’emozione di forte agitazione che, in piccola misura, innesca ed agevola nella persona l'allerta e l'attivazione in presenza di improvvise situazioni di pericolo e/o nei momenti in cui serva un incremento di attenzione e prontezza neuropsicologica e fisiologica, ad esempio prima di un esame. In questi casi l'Ansia non è allora una reazione emotiva strana e/o disfunzionale, ma piuttosto una sorta di meccanismo psicofisica che "avverte", "prepara" ed "attiva" l'individuo se si presentano determinate situazioni che richiedano appunto una certa reattività psicofisica. L'ansia determina quindi la crescita dello stato di vigilanza ed attenzione e in generale del funzionamento dei sistemi psico/cognitivi e di dinamiche fisiologiche come l'aumento del battito del cuore, della respirazione e del tono muscolare, i quali mettono tutto l'organismo allerta e lo "preparano" al meglio per una possibile prestazione o reazione. Dunque, nel suo stato originale, ha la funzione positiva di avvertirci in anticipo circa possibili situazioni di pericolo; inoltre l’ansia rappresenta una parte necessaria della risposta allo stress. Paradossalmente è una delle più forti pulsioni vitali di cui siamo dotati, uno dei sintomi che maggiormente esprimono un’immensa voglia di vivere, di creare, di manifestarsi con pienezza. Anche quando è venata di atmosfere mortifere – anzi, ancor di più in questi casi – questa angoscia è da interpretare come una parte di noi stessi che dice: voglio assolutamente vivere. È importante allora comprendere perché questa voglia debba manifestarsi in un modo così violentemente negativo. E la risposta risiede nel fatto che, attraverso di essa, il nostro cervello si fa carico di scuoterci alla radice per segnalarci che stiamo escludendo dalla nostra vita una parte essenziale di noi stessi, una parte che evidentemente non si può sopprimere. Può essere qualsiasi cosa: creatività, sessualità, sentimenti, libertà, desideri, modi di essere ecc.
Evitare o negare l’ansia non sono la soluzione per curarla
Alcune persone trovano la soluzione all'ansia evitandola. Questa “tecnica”, evidentemente fallace, si struttura come una strategia auto rinforzante nella misura in cui riduce i sintomi dell’ansia, e potenzialmente a breve termine può essere considerata anche come strategia funzionale. Tuttavia, a lungo termine, l’evitare l'ansia, attraverso l’evitazione delle situazioni esterne che attivano questa emozione, possono avere degli effetti deleteri sulla qualità della vita personale, al punto che una persona può arrivare a non uscire più di casa e a ritirarsi all’interno di spazi di solitudine.
Altre persone, invece negano fortemente questa emozione, si comportano come se non esistesse, la rifiutano. Ma negare l’ansia non aiuta a depotenziare questa emozione parente stretta della paura, piuttosto l’alimenta. Siamo abituati a vedere ogni tipo di malessere come qualcosa che bisogna eliminare il prima possibile. In realtà ansia e paure non sono mostri da combattere, ma sono energie profonde che nascono nell’anima. Sono veri e propri messaggi che vanno ascoltati e decifrati. L’atmosfera di morte e di pericolo è lì a dirci che vivere senza questa parte è pericoloso e ci conduce alla depressione. È necessario l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta che, con lucidità, ci aiuti a comprendere il senso nascosto nell’ansia e a trasformarlo in scelte e comportamenti liberatori. Eliminare questa forma di ansia con gli psicofarmaci invece toglie la possibilità di mettere in atto ciò che di prezioso essa ci suggerisce. Un danno doppio, perché essi, annebbiando il problema, lo fanno diventare sempre meno comprensibile. I farmaci quindi, non risolvono il problema, soffocano chimicamente i sintomi fisiologici e ci fanno sentire subito meglio, ma non vanno ad agire sulle vere cause che causano l’ansia. La strategia migliore, quindi, non è sopprimerla, ma carpirne il senso e attuarlo, fino a renderla inutile.
La sintomatologia ansiosa
Nell’ansia abbiamo la presenza di sintomi psichici e fisici. Oltre a tensione, nervosismo, tendenza a dormire poco e male, da un punto di psicologico compare anche una eccessiva preoccupazione per se e per gli altri che può portare ad inspiegabili pianti anche diverse volte al giorno. Progressivamente può aumentare la paura dei luoghi affollati, del buio fino ad arrivare agli attacchi di panico caratterizzati da un profondo disagio che porta alla progressiva riduzione delle attività fino alla paralisi.
I sintomi somatici dell’ansia possono interessare tutto l’organismo: e possono essere spesso confusi. I più comuni sono le vertigini, le palpitazioni, tremori, mal di testa e/o di stomaco. Ho seguito persone che in preda ad ansia esorbitante, questa veniva diretta nell'ambito sentimentale e più precisamente sessuale, con difficoltà di erezione o di eiaculazione precoce. Nel mio studio a Milano ascolto persone con tutti questi tipi di disagi, di preoccupazioni, di disturbi.
La psicoanalisi e la psicoterapia possono curare l’ansia
Nella categoria dei trattamenti psicoanalitici si considera la psicoanalisi e le psicoterapie a orientamento psicoanalitico le più adatte perché si rivolgono entrambe a soggetti disposti ad investire le proprie energie su un complesso lavoro interno esteso a tutta la personalità, in cui la conoscenza delle dinamiche che hanno condotto al sintomo e l'analisi delle resistenze al cambiamento si pongono come obiettivi fondamentali. Nell'ambito della relazione terapeutica, il soggetto ansioso può ricercare e comprendere il significato di stati d'animo e comportamenti apparentemente incomprensibili e acquisire consapevolezza dei vantaggi secondari che trae dal suo malessere e che ostacolano il processo di cambiamento.
Lo psicologo psicoterapeuta è utile solo quando l'ansia aumenta eccessivamente mutando in una surreale ed esagerata preoccupazione circa i propri pensieri, sentimenti, comportamenti. In tal caso l'ansia non risulta affatto adattiva e funzionale, ma, anzi, lievitando di intensità e frequenza può generare uno o più <<disturbi d'ansia>>, nei quali l'individuo non riesce più a capire e gestire i propri livelli emotivi e, di conseguenza, ad affrontare cose anche normalmente semplici e di controllare i molteplici fattori di stress con costante allerta, timore, tensione, suscettibilità, nervosismo, attivazione emotiva esagerata.
Di Paolo Scarano